Pittura di Kuznetsov

 

Puntinismo Ispirato

«Far rinascere la icona russa canonica, pero’ usare nel suo dipinto l’esperienza del puntinismo francese.

Dove, chi e come poteva arrivare a questo, se non nella solitudine russa?»

A.Yakimovich[1]

 
P

untinismo (dal franc. pointiller – dipingere a punti) o divisionismo – è la corrente dell’arte, apparsa in Francia nel ultimo quarto del XIX secolo, ed era una delle diramazioni del postimpressionismo[2], che viene anche chiamato «neoimpressionismo». L’uso del verbo «era» in tempo passato non è  a caso. Il fatto è  che non avendo tanto riconoscimento «in vita», il metodo quasi non aveva un’evoluzione in seguito. Pero’ le uniche icone  del contemporaneo pittore di icone Yuri Kuznetsov hanno fatto vedere che dopo 100 anni il metodo non è  solo vivo, ma ha anche trovato in Russia la sua seconda patria, e guardate dove – nell’ icona russa ortodossa, dipinta con tutti canoni!

Che cos’e il «puntinismo»? Perche Georges Seurat[3] riteneva, che grazie a questo metodo avviene  «l’interpenetrazione di tutti colori e sfumature nel loro puro aspetto»[4], Camille Pissarro[5] chiamava questo metodo «monotone e immobile tecnica del punto»[6], e Yuri Kuznetsov ritiene, che grazie a questa tecnica l’icona si apre a ciascuno «sulla sua fede»?

Fautori del progenitore del puntinismo – impressionismo[7] Édouard Manet, Claude Monet, Camille Pissarro, Pierre-Auguste Renoir, Alfred Sisley e altri, tendendo di allontanarsi  «dall’idealità» e eccessiva pedagogheria della pittura accademica, hanno concentrato la sua attenzione sull’impressione, fatta dalla natura.

Le trame sociopolitiche non li interessano. Tanto più importanti erano le sensazioni e le emozioni della vita quotidiana. Cosi sono apparsi le composizioni libere, opere leggere da comprendere e straordinariamente vivaci.

Pero’ la storia dell’arte non si ferma: una nuova corrente, se sarà in grado di mantenere le sue posizioni, arriva alla sua fioritura, e dopo la offrano come un sacrificio al novo nato, a qualcosa ancora più  nuovo. Non ha evitato questa sorte neanche l’impressionismo. Alla fine degli anni 1870 in Francia oltre agli altri critici Émile Zola[8] inizia a fare osservazioni contro «l’incompiuto di schizzo» delle opera dell’impressionismo[9]. Questo  ha spinto il giovane pittore Georges Seurat alla ricerca della lingua d’arte più  significativa, capace a dare alla pittura la nuova forza dell’influsso. «L’arte — è l’armonia, – scriveva Seurant, – l’armonia — è l’analogia degli opposti, l’analogia dei simili elementi del tono, colore, linee, visti in conformità  con dominante e con l’influsso dell’illuminazione, in combinazione gioiose, tranquille o triste»[10].

Tra 100 anni la ricerca dei mezzi della trasmissione di luce della divina benedizione sensa distorsioni porterà il pittore di icone dalla Russia Yuri Kuznetsov al «puntinismo». Contrari nel campo dei colori non li preocuperanno più  di tanto. Lui dira’: «La cosa principale, quando dipingi un’icona è  non riflettere e non fare niente da se stesso. Questo e’ punibile. Se la persona, per esempio, vorra volare, come un  ucello, e si sforza con tutte le forze, tanto non riuscirà a prendere il volo. Cosi e anche nella pittura delle icone. Questo ti deve darsi».

Un influsso speciale sul pittore di icone, come dice lui, ha fatto la realta stessa. «Punti – sono degli episodi della vita, – ritiene Yuri Kuznetsov, – perche’ bisogna mescolarli? Sono belli individualmente». Su Georges Seurat hanno fatto influsso gli studi degli scentisti-contemporanei nel campo di colore, maggiormente «la Regola delle differenze nella percezione visuale tra il tono ottenuto grazie alla mescolazione ottica dei colori e miscela fisica dei pigmenti»[11] del professore della fisica e pittore-amatore dal New-York Ogden Nikolas Ruda (1831–1902) e il lavoro del  Michel Eugène Chevreul[12] «della regola del contrasto contemporaneo dei colori». Scientista ha formulato le regole del contrasto dei colori cosi: «I colori dello spettro solare (sono tre), chiamati dei principali – blu, rosso, giallo durante il mescolamento danno gli altri, cosi detti, colori costitutivi: mescolando blu e rosso, otteniamo il violetto, blu e giallo danno verde, giallo e rosso – arancione. Colore principale, che non entra nel costitutivo, e il suo colore aggiuntivo. Cosi il giallo – e l’aggiuntivo al violetto, rosso – al verde, blu – al arancione, e viceversa. Da dov’e questo nominativo – aggiuntivo? Il fatto è  che ogni colore colora quello che le sta vicino: la macchia gialla sul fono bianco fa la sfumatura violetta alla bianchezza. Per questo collocate vicino due colori aggiuntivi si rafforzano l’un l’altro. E al contrario, impallidiscono e diventano grigi se si cambinano. Dall’altra parte, il colore, comune per due vernici, perdono l’intensivita confrontandolo con due di questi colori; per esempio violetto e arancione sembrano più  rossi. <…> Cosi diventa che il colore come stesso non esiste; esiste solo in rapporto con i colori circostanti»[13]. L’ ultima affermazione è particolarmente importante. La stessa cosa dice Y.Kuznetsov degli episodi della nostra vita: essi, come nostre azioni, esistono solo relativamenteuno  uno all’altro: «Pe esempio, per far apparire nel mondo una persona eminente, bisogna avere la coincidenza di migliaia di fattori, che sono certe volte i più  straordinari e inaspettati! Bisogna che il vento porta il seme, di cui dopo cresce l’albero in un certo posto, la scorza di questo albero sarà il cibo del lepre, che in tempo uscirà correndo sulla strada, attira l’attenzione della ragazza, e lei, per esempio, non rimarrà vittima di un incidente stradale. E, quando lei diventera una madre, grazie alla coincidenza di più  diversi fattori, creative e negative, al mondo apparirà  un genio».

G. Seurat. Lo schizzo del quadro «Una domenica pomeriggio sull'isola della Grande-Jatte».
(1884–1885)
G. Seurat. Il frammento del quadro «Una domenica pomeriggio sull'isola della Grande-Jatte». 1886

Georges Seurat non pensava alla composta organizzazione della nostra vita applicata al colore. Li interessa solo il metodo della scomposizione del composto tono del colore per i colori puri, che si possono fissare sulla tela con delle pennellate separate, chiaramente distinguibili, che hanno una forma del prisma, e si applicano sulla tela uniformemente (nella «pittura di kuznetsov» si usano non le pennellate ma i punti rotondi o le lente della diversa misura, applicati uno sopra l’altro). Bisogna notare, che gli schizzi dei quadri Georges Seurat faceva in maniera impressionistica! Confrontate lo schizzo del famoso quadro «Una domenica pomeriggio sull'isola della Grande-Jatte» (1884–1885) e il quadro stesso del anno 1886. Lo schizzo andava dipinto vivo, da tutto il cuore, e dopo il quadro andava messo in corrispondenza con la «nuova teoria». Sui frammenti presi si vede, che il puntinismo non ha assolutamente migliorato la percezione del quadro, ma l’ha fatto più  formale e allontanato.

Negli ultimi giorni della sua vita nella lettera allo scrittore Moris Borbua Suera ha esposto dettagliatamente le basi tecniche della sua teoria: « E noto che l’effetto della luce sulla retine ha una certa durata, e come risultato abbiamo la sintesi. Mezzo dell’espressione — e la mescolanza ottica dei toni, colori (colore locale e colore della luce: del sole, lampada a petrolio, gas ecc.),
cioè  dei colori diversi e reazioni su di essi (ombre), in conformità alle regole del contrasto, gradazione e emanazione della luce»[14]. Yuri Kuznetsov, non sapendo queste spiegazioni scientifiche della mescolanza ottica dei colori, dice: «Ma l’occhio da se stesso mescolerà tutti i colori a base della fede della persona che prega. E da come gli permetterà  la sua piccola icona, cosi lui vedrà». Per il pittore di icone prima di tutto ha importanza la base spirituale di ogni atto, e per questo anche l’ornamento per le icone di Y.Kuznetsov – non è  solo la base su di cui si tiene tutto il disegno puntinistico, ma è  anche una intelaiatura «spirituale», che fa l’ordinamento dei punti colorati e petali al interno dei piani di colore.
Una certa analogia si puo’ trovare nella costruzione: l’edificio va costruito da armature di metallo, e dopo il voto va riempito da calcestuzzo. Grazie al ornamenti si crea il «corpo» dell’icona, e i punti con petali  hanno la vocazione di inspirare la vita, e diventare «l’anima» dell’icona.

Il frammento dell’arca di icona della «pittura di kuznetsov»

L’ intelaiatura, cioè  l’ornamento nelle icone è  diverso: «Dall’arguzia dei petali dipende il carattere del futuro santo. Per l’esattezza l’incontrario la vita del santo indica il motivo ornamentale corrispondente. Principio organizzativo principale del ornamento – la subordinazione del motivo prescelto ad un certo sistema della dittologia, suo inserimento nel sistema, basata sulle regole della simmetria. Si puo’ dire che nelle icone di Kuznetsov il livello dell’ordinamento del ornamento ha raggiunto la massima espressività, che ci permette anche di parlare della nascita del nuovo stile. Mai prima l’ornamento non aveva un ruolo cosi importante per la trasmissione dell’immargine. Tratto caratteristico della «pittura di kuznetsov» e la sua universalità: con il suo uso possiamo riprodurre qualsiasi stato, qualsiasi immagine. Per la pittura, per esempio, del Profeta Ilia o del Ivan-guerriero si usa un ornamento severo. Yuri Kuznetsov ritiene, che il bene non ha gli angoli aguzzi, conferma questo l’ornamento nelle sue icone «si rotondiche», mantenendo pero’ le sue proporzioni e la slanciatura»[15].

Tornando al metodo di Seurat, si vorrebbe notare che, certamente lui aveva abbastanza conoscenze teoriche riguardanti le regole del passaggio dei colori e della percezione cromatica, pero’ lui non era riuscito ad applicarli in modo tale che le sue pitture ritrovassero la vita. Il quadro va dipinto dal cuore? E qualsiasi costruzioni logiche – provenienti dalla mente – intromettono nel quadro gli elementi dell’approccio formale, che non fa tanto entusiasmo allo spettatore. Nel anno 1890 su una delle mostre degli indipendenti Seurat ha fatto vedere il quadro, dove ha tentato di far vedere il movimento rapido del cancàn. Pero il pittore era di nuovo caduto in trappola. E’ impossibile trasmettere il movimento dalle severe linee e le figure duramente fisse! Valutate da soli, i giudizi su questo quadro non erano del tutto lusinghiere, ecco uno di questi: «chi non ha visto il quadro di Seurat, con le ballerine dipinte sopra, felici e puntinate, non ha sentito tutta la profondità della caduta umana»[16]. O ancora: « è logico, forse anche, troppo logico!»[17]

G. Seurat. Le Chahut. 1889Van Gogh. La strada con cipresso e stella

Per la giustizia diremo anche qualche parola per la difesa di G.Seurat. Lui, come ogni pioniere fa la strada degli esperimenti, la strada delle prove e degli errori è  inevitabilmente sottoposta alla critica. Pero’ sensa il coraggio dei geni d’arte, sensa la loro convinzione di andare avanti, non facendo attenzione sui periodi dell’ insuccesso e delle beffe, non ci sarebbe stato lo sviluppo e nuovo non poteva mai nascere.

Sens’altro, concentrandosi sulla parte tecnica della pittura, che è anche tanto faticosa, non bisogna perdere dalla vista l’espressione della pennellata, battito del suo polso – quello che noi vediamo nei quadri di

Van Gogh[18]. La sua superficie, grazie alla dinamica interna sembra mobile. Si ha l’impressione, che il pennello ballava nella mano di Van Gogh, disegnando accuratamente i passi più difficili. Pero’ facendo questo il pittore non pensava a quale colore mettere, dipingeva in maniera intuitiva, e per questo i suoi quadri fanno entrare lo spettatore nel loro mondo.

Con le icone tutto è più  severo: per ottenere il «contatto» davanti alle icone «bisogna stare rispettosamente <…> e aspettare, fino a quando loro non si degnano di parlare con noi <…>, perche l’icona è  più  dell’arte. Ad aspettare che ci parla bisogna intanto, considerando anche la grande distanze che ci separa da essa»[19]. Pero’ la nostra pazienza sarà ripagata. Quando l’icona « inizia a parlare» la persona che prega  «ha la sensazione della realta del mondo spirituale che penetra l’anima, che come un colpo, come un ustione al improviso colpisce <…>.L’icona si apre come un apparizione luminosa, quella che fa luce. <…> Si rende sopra qualsiasi cosa <…> circondante, esistente nel altro, suo spazio e nell’eternità. Davanti a lui si calma la combustione della passione e l’impulsività del mondo, va percepito come una cosa sovra-pacifica, che supera il mondo qualitativamente e dalla sua sfera agente qui, tra di noi»[20].

Paul Signac. Venèzia. 1905Georges Lemmen. Le fabbriche sul Tamigi. 1892–1894

Penso che il puntinismo al inizio del secolo passato non si è riuscito a sviluppare, perché non era formulato lo scopo: per quale ragione noi ricorriamo alla mescolanza ottica dei colori? Si, cosi si ottiene più  vivacita’, pero’ questo non basta per ispirare la vita al nuovo metodo! Forse, se la vita di Georges Seurat non era cessata cosi presto (è morto a 31 anni), lui pian-piano si sarebbe allontanato dal naturalismo nelle sue opera e sarebbe andato verso il simbolismo. Perchè  proprio questo passaggio, fatto da Yuri Kuznetsov  «ha salvato» il puntinismo. Yuriy Kuznetsova ha portato il metodo del puntinismo alla sua perfezione artistica e l’ha usato li, dov’e e più  necessario, in un’arte più  simbolica tra i possibili – nella pittura delle icone.

Dopo la morte di Georges Seurat  i suoi «fratelli» più  vicini (­ Signac, Kross, Théo van Rysselberghe,  Luce, Petitjean, Leo Gausson, Lucien Pissarro e altri) non erano pronti a difendere gli ideali del divisionismo, perche prendevono il nuovo metodo in maniera più  superficiale. Lucien Pissarro ha scritto da Londra a suo padre: «Il puntinismo era morto insieme a lui». Pissarro era d’accordo con il figlio: «Penso che hai ragione, con la tecnica puntinistica è  tutto finito,pero’, – ha aggiunto, – io penso che ci saranno altre conseguenze che avranno tanto significato per l’arte»[21]. Pissarro non ha sbagliato. Tra 100 anni (G. Seurat era morto nel 1891) nel 1994 il pittore delle icone dalla provincia russa Y.Kuznetsov ha dipinto la sua prima icona «L’erigenza del Onesta e Vera Croce del Dio», è  il metodo della pittura a punti, basato sulla mescolanza ottica dei colori, ha avuto la seconda nascita.

Y.E. Kuznetsov. La icona «La preghiera della coppa». 2003.
L’albero, la stoffa, l'imprimitura, tempera. 100 х 75 cm


[1] А.К.Yakimovich – russo studioso dell’arte, critico, storico dell’arte, specialista dell’arte contemporanea, dottore della critica d’arte, Operante membro della Accademia dei arti  della Russia.

[2] Postimpressionismo (fr. postimpressionisme) — corrente nell’arte figurativa, apparsa in anni 80-е del XIX secolo. Eminenti rapresentanti del postimpressionismo in pittura sono Vincent Willem Van Gogh, Paul Gauguin, Paul Cézanne, Toulouse-Lautrec.

[3] Georges-Pierre Seurat (1859–1891) — pittore-postimpressionista francese, fondatore del neoimpressionismo, creatore del metodo della pittura chiamato «divisionismo», o «puntinismo».

[4] John Rewald. Postimpressionismo. S.-Pt, M., 1962. P. 56.

[5] Jacob Camille Pissarro (1830—1903) — pittore francese, uno dei primi e più  coerenti rappresentanti del impressionismo.

[6] Henri Perruchot. La vita di Seurat. М., 2001. P. 134.

[7] L’impressionismo (fr. impressionnisme, dal impression — l’impressione) — corrente nell'arte, nata in Francia, nella seconda parte del XIX secolo. Di solito sotto il termine «impressionismo» si intende la corrente nella pittura, anche se i suoi idei hanno trovato la sua realizzazione in altri tipi dell’arte, per esempio, in musica. Emittenti pittori-impressionisti – Édouard Manet, Claude Monet, Edgar Degas, Auguste Renoir, Alfred Sisley, Bazille, Morisot.

[8] Émile Zola (1840–1902) – scrittore francese; uno dei più  noti rappresentanti del realismo della seconda parte del  XIX secolo — capo e teorico del cosi detto movimento crudamente realistico.

[9]    Haio Diuhting. Georges Seurat. М., 2005. P. 7.

[10]   Henri Perruchot. La vita di Seurat. М., 2001. P. 144–145.

[11]   Haio Diuhting. Georges Seurat. М., 2005. P. 31–33.

[12]   Michel Eugène Chevreul (1786–1889) – chimico-organico francese, membro-corrispondente straneo della Accademia delle scienze di Pietroburgo (1853).

[13] Henri Perruchot. La vita di Seurat. М., 2001. P. 14–15.

[14] Henri Perruchot. La vita di Seurat. М., 2001. P. 144–145.

[15] K.Kondratieva. Nova pittura delle icone in Russia. Pittura di kuznetsov//Raccolta. №2, 2007.

[16]   Henri Perruchot. La vita di Seurat. М., 2001. P. 141.

[17]   Stesso. P. 142.

[18]   Vincent Willem Van Gogh (1853–1890) – noto  nel mondo pittore-postimpressionista olandese.

[19]   E.Trubetskoi. Speculazione in colori / Filosofia dell’arte religiosa russa. М. 1993. P. 208.

[20]  P.Florenskiy. Iconostasi. М., 2009. P. 36.

[21]   Henri Perruchot. La vita di Seurat. М., 2001. P. 158. 


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